IN MOSTRA: FRANCESCA ROBIOLIO BOSE
A CURA DI: FRANCESCA MINNITI
A CURA DI: FRANCESCA MINNITI
Il 22 giugno gli spazi della Conserveria Pastis di Torino, in Piazza Emanuele Filiberto 11, ospiteranno la personale della fotografa Francesca Robiolio Bose, “Il mio luogo che cambia” a cura di Francesca Minniti. L’esposizione, nata dalla collaborazione dell’artista con Associazione Culturale AZIMUT e Pastis, è un racconto visivo delle conseguenze dei cambiamenti climatici sulla montagna ceresolina.
Le serie di opere selezionate comprendono immagini naturalistiche, ritratti e fotografie d’archivio, che convergono in un dialogo tra i luoghi di una Ceresole Reale colpita dal cambiamento climatico e la comunità interessata. Qui, la siccità, oltre ad aver causato gravi danni economici, ha fatto scomparire alcuni dei luoghi simbolo della città, dai laghi ai ghiacciai.
Le fotografie di Francesca Robiolio Bose indagano la risposta umana ai cambiamenti climatici e mostrano quella condizione di smarrimento che si prova quando si percepisce che la propria modalità di rappresentare il mondo e di vivere, è minacciata.
L’esibizione mira ad essere un’opportunità di sensibilizzazione ed aumento della consapevolezza rispetto ad un problema che ci coinvolge da vicino. Per rendere il progetto massimamente coinvolgente ed immersivo, la mostra sarà accompagnata da una sonorizzazione dello spazio espositivo che comprenderà le testimonianze della comunità locale e la traccia “Terre Alte” di Max Casacci. Compreso nell’album “Earthphonia” (2020), il brano è interamente composto da suoni della montagna, trasformati in sinfonia.
Oltre la fotografia e il reportage, Francesca Robiolio Bose è un’artista che spazia tra i diversi generi dell’immagine. I suoi scatti, capaci di introdurre nell’arte dei temi esistenziali e politici, come la lotta ai cambiamenti climatici, sono il frutto di una ricerca sull’essere umano in tutte le sue manifestazioni.
Nel corso della sua carriera, Robiolio Bose ha collaborato con Paratissima, Perimetro, il giornale Lucy Sulla Cultura ed il Magic Mountain Studio di San Sicario.
Le serie di opere selezionate comprendono immagini naturalistiche, ritratti e fotografie d’archivio, che convergono in un dialogo tra i luoghi di una Ceresole Reale colpita dal cambiamento climatico e la comunità interessata. Qui, la siccità, oltre ad aver causato gravi danni economici, ha fatto scomparire alcuni dei luoghi simbolo della città, dai laghi ai ghiacciai.
Le fotografie di Francesca Robiolio Bose indagano la risposta umana ai cambiamenti climatici e mostrano quella condizione di smarrimento che si prova quando si percepisce che la propria modalità di rappresentare il mondo e di vivere, è minacciata.
L’esibizione mira ad essere un’opportunità di sensibilizzazione ed aumento della consapevolezza rispetto ad un problema che ci coinvolge da vicino. Per rendere il progetto massimamente coinvolgente ed immersivo, la mostra sarà accompagnata da una sonorizzazione dello spazio espositivo che comprenderà le testimonianze della comunità locale e la traccia “Terre Alte” di Max Casacci. Compreso nell’album “Earthphonia” (2020), il brano è interamente composto da suoni della montagna, trasformati in sinfonia.
Oltre la fotografia e il reportage, Francesca Robiolio Bose è un’artista che spazia tra i diversi generi dell’immagine. I suoi scatti, capaci di introdurre nell’arte dei temi esistenziali e politici, come la lotta ai cambiamenti climatici, sono il frutto di una ricerca sull’essere umano in tutte le sue manifestazioni.
Nel corso della sua carriera, Robiolio Bose ha collaborato con Paratissima, Perimetro, il giornale Lucy Sulla Cultura ed il Magic Mountain Studio di San Sicario.